Spesso si sente parlare di lavoro a distanza o telelavoro (come si usava un tempo definire il lavoro fatto “da casa”).
A maggior ragione se parliamo di un ambito come quello in cui personalmente opero, ovvero il web.
In effetti, ripercorrendo la mia vita lavorativa ho avuto il piacere (ed ho tuttora, sia chiaro) di avere clienti che non sono proprio vicini geograficamente alla mia sede di lavoro.
Ad esempio ho clienti da Padova, Sardegna, Napoli, Milano addirittura dalla Spagna e dalla Germania! Ovviamente, anche Vicenza.
Devo dire che tutto sommato si lavora bene e attraverso l’utilizzo della tecnologia di oggi le distanze “si accorciano” o si azzerano.
In certi casi però, la distanza dal cliente può incidere negativamente, specie in quei progetti così complessi o delicati da doversi quasi trasferire a casa sua per poterli seguire al meglio!
Alcuni di questi casi mi sono già capitati, quando ad esempio ho ricevuto delle richieste per la realizzazione siti web a Vicenza (e per fortuna non erano arrivate dalla Svezia!) dove il continuo scambio di idee, informazioni o proposte utili al progetto, erano così serrate e continue che alla fine abbiamo deciso di lavorare insieme dallo stesso ufficio (il suo, per la cronaca).
Ma quando si può stabilire che la distanza può rappresentare un gap per la collaborazione?
E’ difficile dirlo con precisione, non c’è ovviamente uno “schema” da seguire o una specifica casistica, ogni caso è a sè ed andrebbe valutato di volta in volta.
Diciamo che per l’esperienza personale i casi in cui ho dovuto lavorare fianco a fianco al cliente sono stati nella fattispecie perchè si rendeva necessario l’interfacciamento tra un sito o una pagina ed un gestionale installato localmente nel suo computer.
Oppure quando in una certa pagina dovevamo implementare qualche funzionalità e dovevo interfacciarmi per forza di cose con il reparto commerciale dell’azienda seguendo un po’ le loro direttive.
Alla prossima…